
Tre giorni fa è uscito un articolo su Dazed in cui si racconta la storia di Kemistry and Storm. Perché proprio adesso? Nel 2019 ricorre il ventennale del loro mix album pubblicato nella serie “Dj Kicks”. Circa un anno fa, a marzo 2018, nello speciale di Dj Mag intitolato “Le donne della musica elettronica” parlavamo proprio di Storm. Ripubblichiamo qui il nostro articolo intitolato “Dj Storm: la storia continua in onore di Kemistry” (Dj Mag n° 78 – p.48-49) per accodarci al giusto riconoscimento verso queste due artiste seminali della drum and bass.
Quando questa estate abbiamo visto e ascoltato Dj Storm dietro i piatti del Dj Mag Bunker, subito ci è venuto in mente un altro suo mix: non un live set, proprio un’uscita discografica firmata insieme alla sua socia artistica tragicamente scomparsa, Kemistry. Grazie al periodo storico in cui è stato pubblicato - è datato 1999 -, all’eclettismo dell’etichetta che lo ha prodotto, la !K7 –molto quotata in quegli anni -, e alla presenza di nomi come Dj Die e Goldie, il “Dj Kicks” di Kemistry & Storm (qui sotto lo streaming) ha contribuito in maniera determinante ad affermare la drum and bass anche fuori dalla scena e per molti continua a essere un disco di riferimento del genere. In quanto a etichetta, Dj Storm già in quel periodo non era messa per niente male perché, cinque anni prima, nel 1994, aveva fondato proprio con Goldie e Kemistry la Metalheadz, di cui oggi fa ancora parte. La sua stretta amica e collaboratrice, con cui era resident al Blue Note di Londra nella storica serata Headz e con cui ha fatto un tour in mezzo mondo (che ha toccato molti Paesi europei ma è arrivato anche in Australia, Nuova Zelanda, Giappone e USA), è scomparsa proprio nell’anno del “Dj Kicks”, nel 1999, a soli 35 anni, in un incidente stradale: le due stavano tornando insieme a Londra dopo un set a Southampton quando la tragedia ha avuto luogo. Ancora oggi Storm e Goldie continuano a celebrare la compagna di quel periodo fondamentale della loro vita, anche, semplicemente, proseguendo la loro attività musicale con la stessa passione di quei gloriosi anni Novanta, seminali per la drum and bass.
Storm nei suoi venticinque anni di carriera è diventata una figura di riferimento dell’elettronica in generale: se le sue lezioni sul djing alla Red Bull Music Academy già dicono molto sulla considerazione che gli ambienti della club culture nutrono nei suoi confronti, il fatto di aver messo e tenuto in piedi per quattro anni un’altra serata storica come Feline, con sole Dj e MC donne, o ancora di rivendicare i diritti o denunciare le discriminazioni delle colleghe in più interviste, rivela quanto meno un carisma fuori dal comune perché non è da tutti prendersi responsabilità simili. Il soprannome di “First Lady of Drum and Bass” non è arrivato a caso, insomma. A conferma di tutta questa considerazione, si può aggiungere che a Storm sono stati commissionati anche set in cui ha ripercorso la storia della drum and bass dai suoi esordi a oggi, come accaduto lo scorso ottobre all’Archspace di Londra, e che continua a suonare nei club di mezzo mondo, quasi sempre figurando in cartellone da headliner. Quanti altri ritmi elettronici hanno figure femminili di riferimento presenti sulla scena dagli inizi e così rispettate? Anche se Storm ha dichiarato più volte che Kemistry diceva spesso che non avrebbe raggiunto i quarant’anni, che in qualche modo, insomma, conosceva il suo destino, siamo certi che ancora oggi vorrebbe poter dividere il suo importante soprannome con l’amica conosciuta a metà anni Ottanta, quando la drum and bass non esisteva e dominava ancora il punk - anche per loro due una prima cultura di riferimento. Non a caso, nel 2016 dopo averle dedicato una pagina Facebook in cui la definisce “la migliore amica della vita”, a dicembre ha chiuso il suo set per Boiler Room con il Doc Scott remix di un pezzo contenuto in “Timeless” di Goldie e che ha un titolo tanto chiaro quanto suggestivo: “Kemistry”. Ci si potrebbe addentrare anche nell’analisi dei set di Storm per certi festival (come il nostro SunAndBass) o per altri club storici come il Fabric, elencare tutti i riconoscimenti, come i premi ricevuti (è stata Best Female Dj dal 2008 al 2012 al National Drum and Bass Awards) o le nomination (come quella nella categoria Soldier of the Scene per il DJ Mag Best Of British poll del 2017) ma la cosa migliore da fare è quella di continuare semplicemente a goderci i mix, l’esperienza, i racconti e le iniziative di questa artista unica.