
Nella Top 50 Albums del 2009 di Pitchfork c’è anche una compilation, una sola, al 27mo posto: "5: Five Years of Hyperdub". Sono passati dieci anni e si può dire che il disco, oltre a conservare tutta la sua importanza, segna un confine…
Per celebrare i suoi primi cinque anni di vita, nel 2009 l’Hyperdub di Kode9 pubblica una doppia raccolta in cui figurano tutti gli artisti usciti sull'etichetta più qualche ospite d’eccezione come Mala, Martyn e Flying Lotus. Un cd di inediti e uno di classici. Sono anni in cui la dubstep si impone anche grazie alle compilation, come la serie “Dubstep Allstars” della Tempa, ma in questo caso non si tratta né di un mix né di tracce appartenenti a un solo genere. È sufficiente ascoltare l’apertura, “Meltdown” di King Midas Sound: se proprio va etichettata sembra un’evoluzione del trip hop di Bristol. Ma gli esempi di suoni non riconducibili al ritmo di South London sono continui, come l’electro-groove di Flying Lotus o "Aidy's Girl Is A Computer" dei Darkstar, nel suo piccolo una hit, acclamata da tutti i media per la sua originalità. Sembra di ascoltare una raccolta della Warp piuttosto che una di un’etichetta dai più presa a vessillo della dubstep. Le stesse produzioni della star della Hyperdub, Burial, difficilmente possono essere confinate nel solo “territorio” di origine.
Le 32 tracce di "5: Five Years of Hyperdub" sono un’istantanea dei ritmi digitali underground di uno di quei periodi in cui sembra di assistere a una novità importante, storica. Perché, anche se non è sovrastante e sapendo che oggi è diventata tutt’altro, la dubstep nella raccolta resta al centro delle attenzioni, a culmine di cinque anni (dieci per i pionieri) di fermento. Nello stesso tempo, magari dando seguito a quest’aria di novità, la voglia di sperimentare è notevole tanto che in alcuni casi si sente proprio l’esigenza di andare oltre.
Non è un caso se il 2009 è reputato l’anno in cui la dubstep passa dall’underground al mainstream. Dieci anni dopo si tratta di un ritmo per lo più prodotto con un’attitudine molto lontana da quella di allora: dalla diffusione negli Stati Uniti in poi è cambiato tutto, a cominciare dagli ascoltatori. Ma per i cultori dei primi vagiti underground, c’è ancora qualcosa che si può ascoltare senza avere quella sensazione di anacronismo che, in molti proveranno solo a pensare a certe tracce del periodo.