
E' un tema di cui si può discutere a lungo: il grime fuori dai confini inglesi può funzionare? Questa volta diamo uno sguardo alla scena che c'è in Giappone.
Siamo sempre abituati a pensare al grime come qualcosa strettamente collegato all’ambiente musicale inglese, difficilmente esportabile ma soprattutto difficilmente assimilabile da ambienti e culture estere. Pare invece che questa corrente musicale stia iniziando ad attecchire anche in Paesi molto distanti dalla terra di origine: è questo il caso del Giappone dove, nell’ultimo periodo, sta iniziando a crescere un movimento grime, ancora in fase embrionale, che tuttavia raccoglie un circolo di MC e producer che sta iniziando a ritagliarsi un proprio spazio e ottenere riscontri.
Iniziata a svilupparsi prima a Osaka, nel 2003, grazie a pionieri come Duff, Tacquillacci e Dekishi, caratterizzati da una rappata particolarmente veloce, la “scena” negli ultimi anni si è estesa anche alla zone di Tokyo, più precisamente Shibuya: pur trattandosi di una realtà ancora prettamente underground e non ricevendo praticamente alcuna attenzione dai media, alcuni MC di queste città stanno man mano guadagnando una certa esposizione, tanto da riuscire a superare i confini e a farsi notare anche dove questo genere è nato. È il caso di Pakin (qui in alto nella foto di Dj Datwun from House Not House, ndr), il nome più in vista della “scena” grime giapponese, fondatore della label/crew GUM Project, arrivato a essere incluso all’interno della crew di Birmingham Dark Elements. È grazie a lui e a diverse sue interviste che scopriamo i tratti peculiari del genere: come detto da lui stesso in due diverse occasioni a GRMDaily e Vice, il grime in Giappone è più focalizzato sui Dj (tra cui sono degni di nota i Double Clapperz, che sono passati anche su Rinse FM) che sugli MC, i quali rispetto ai colleghi inglesi hanno contenuti di sfondo più politico e meno incentrati sul “ghetto”, essendo una realtà distante per loro. Nonostante il mancato supporto da radio e media locali e una carenza di una vera e propria cultura da club in Giappone, la scena grime sta ottenendo attenzione anche da parte di artisti e addetti ai lavori del vecchio continente: per esempio i fondatori della label Butterz, Elijah and Skilliam, recentemente hanno scelto Tokyo come meta per svariati loro eventi organizzando anche Dj set suonando pezzi di artisti locali. In altre parole possiamo dire che il panorama nipponico in fatto di grime sembra essere molto movimentato e desideroso di crescere e, forse, lo svilupparsi di una scena del genere è segnale che le solite supposizioni sulla “inesportabilità” del grime non siano dopotutto così fondate.