
Attualmente slowthai è uno dei nomi più caldi provenienti dal Regno Unito e a breve uscirà col suo primo album ufficiale, che di certo ascolteremo attentamente perché lo stiamo tenendo d’occhio da un po'. Intanto ve lo presentiamo.
È difficile trovare le parole giuste per spiegare chi sia Tyron Frampton in arte slowthai, soprannome d’infanzia dovuto alla sua parlata lenta. Sarà per la sua particolare presenza sia live, dove spesso finisce i concerti urlando “FUCK THE QUEEN” e lanciando i suoi boxer al pubblico, sia sui social, dove ha un modo di approcciarsi al pubblico alquanto particolare. Tutto ciò si riflette anche sulla sua musica, con testi che oscillano tra un assoluto nichilismo e sogni / speranze per il futuro mentre le influenze sonore vanno dal grime al punk fino addirittura al soul. slowthai fa parte di quella schiera di artisti che non è etichettabile come semplice cantante grime: finora l’MC di Northampton si è cimentato sulle più svariate sonorità, da quelle dell’hip hop più classico (presenti soprattutto nel suo primo lavoro “Runt EP”), passando per l’elettronica con vari rimandi (un po' anche drum and bass) del suo singolo “Doorman”, realizzato assieme a Mura Masa, fino alla recente collaborazione con Flume nel mixtape di quest’ultimo, “High Beams”. Si tratta quindi di un artista sicuramente versatile su cui è riposta molta attenzione al momento ed è per questo che si sta generando diverso hype attorno al suo primo disco ufficiale dal titolo “Nothing Great About Britain”, in uscita il 17 Maggio. In un’intervista per NME, il Brexit Bandit (così si è definito, dando pure lo stesso nome al suo tour europeo) spiega così il concept e l’idea dietro all’album (non c’è bisogno di traduzione): “We say we’re great, but what is actually so great? What can you do here? What is the aspiration? Is this place actually great, or are you?”.