
Dieci giorni fa è uscito il nuovo EP di Kasra. Ci siamo presi il tempo di ascoltarlo e pubblichiamo qui le nostre riflessioni, che partono dal titolo: "Focus On The Love".
Difficile spiegare cosa leghi una creazione musicale al proprio titolo, specialmente quando strumentale. Potrebbe trattarsi di qualunque cosa sia capitata all’artista prima di mettersi a produrre: un gioco di parole, uno scherzo, un oggetto, un concetto, un ideale, una riflessione filosofica… esistono svariate scuole di pensiero riguardo questo tema ma, ciò nonostante, spesso si rimane stupiti da quanto alcuni titoli possano discostarsi da quello che un prodotto può trasmettere a chi lo ascolta.
“Focus On The Love” è l’ultimo EP prodotto da Kasra, manager della Critical Music, etichetta inglese a noi molto familiare anche grazie alle recenti release di artisti italiani come Kiril, Was a Be, il duo Synth Ethics e Stoner. Al primo ascolto delle 4 tracce, la domanda che ci si pone è: quale mai potrebbe essere l’analogia tra la musica di questo EP e il titolo dello stesso? Kasra descrive la seconda uscita per la sua etichetta così: “Volevo che questo EP seguisse la falsa riga del primo, dimostrando il mio amore per la drum and bass underground nella sua forma più cruda. Per riuscirci ho scelto qualche amico con cui godermi questo viaggio”. Senza criticare la legittima spiegazione di Kasra Mowlavi, è difficile associare il calore di un titolo come quello da lui scelto ad almeno 3 dei 4 brani. Le tracce sono fredde, cupe e graffianti, molto affini al percorso intrapreso da Kasra con il suo primo EP da solista, “Ski Mask”, ma a tratti suonano ridondanti e scarne di elementi che scuotano la canonicità compositiva. La presenza di suoni così freddi e “distaccati” anziché dare ritmo, calore e amore alle tracce, le appiattisce e crea attrito al naturale susseguirsi di ogni battuta. Facendo inciampare l’ascolto, per chi ascolta regolarmente una drum and bass che parla di amore emotivo e che non enfatizza solo il procedimento utilizzato per creare le tracce, si rende quasi prevedibile l’andamento della stesura perdendo l’attenzione di chi ascolta.
L’ironico paradosso che ha suscitato queste riflessioni ruota attorno alla traccia “Cold Wave”: la più calda a livello di mood, armonia e impatto emotivo, oltre che per il lato tecnico dell’orchestrazione. Questo brano è forse il più adatto a rappresentare l’intero EP perché non smentisce ciò che il messaggio espresso dal titolo comunica e, allo stesso tempo, non perde di valenza tecnica.