Kano è stato uno dei volti simbolo della musica inglese del 2019 e, dopo tanti di carriera, ha ancora molto da dire.
Della ripresa e del cambiamento di “Top Boy”, passato da Channel 4 a Netflix, ne abbiamo parlato qui. Della pubblicazione di “Hoodies All Summer”, invece, ancora non ne avevamo scritto. L’elemento comune di queste due opere è Kano ed entrambe testimoniano come Kane Brett Robinson (vero nome del Nostro) nel 2019 sia stato molto esposto (oltre che attivo), in particolare nell’ultima parte dell’anno: se l’album, anticipato da due singoli il 19 luglio, è uscito il 30 agosto, la terza stagione della serie ha debuttato il 13 settembre.
L’artista londinese classe 1985 di origine giamaicana ha esordito quasi 15 anni fa a 20 anni appena compiuti, dunque sembra essere sulla scena da una vita. Nel 2019, oltre a confermare di saper rendere piuttosto espressivo il proprio sguardo (chi ha visto “Top Boy” di certo ha in mente gli occhi di Sully), con il suo sesto album ha dimostrato soprattutto una certa maturità artistica sia grazie a testi consapevoli e sentimentali sia per lo stile musicale, in cui flow e melodie convivono - aspetto che, per il grime, soprattutto per un veterano della scena, non è proprio scontato. Con un disco di questo tipo, Kano sembra essersi caricato sulle spalle la crescita del genere, cosciente anche della nuova popolarità arrivatagli grazie al ruolo nella serie tv Netflix. Mentre scriviamo, tre tracce di “Hoodies All Summer” figurano tra le sue più ascoltate su Spotify: “Can’t Hold We Down”, “Pan-fried” e “Teardrops”. Quest’ultima, però, è l’unica senza featuring, ma soprattutto è il cuore del disco e ne rappresenta appieno l’anima: raffiche di rime che si alternano a cantati melodici - tra un campione di Sizzla in apertura e una sezione archi in sottofondo - e un testo, scritto in prima persona plurale, che affronta temi come le discriminazioni di classe e il razzismo da un punto di vista comunitario, del quartiere.
Che il quartiere sia protagonista anche di “Top Boy” non sembra un caso: Kano - come Idris Elba, tra l’altro - arriva da East Ham, zona storicamente di immigrazione e working class, e nel suo ruolo da attore si è calato in una realtà dura, tra spaccio, tossicodipendenza, disoccupazione e violenze di vario tipo. Il testo di “Teardrops” non lascia molta speranza e lo dicono vari passaggi come questo: “We used to dream of the most frivolous things/ ’Til we brought the most ridiculous of rings/ Now we’re trying to keep our brethren out the bin”. Averlo scritto, però, non sembra una resa e significa che Kano, anche al picco della popolarità, non dimentica da dove viene.
Sul canalte YouTube della BBC si può vedere una bella versione live del brano fatta nel programma "Later… with Jools Holland". Prima che parta il video (che potete vedere qui sopra) sullo schermo campeggia una scritta: "The following video contains very strong language"…