
Il "Padrino" della grime è tornato: Wiley ha pubblicato "The Godfather 3", e forse si ferma qui (?)
L’ultima volta che ho parlato di Wiley ero in macchina con Greg Willen, producer italiano, e gli stavo raccontando la storia del surreale beef partito poco prima con Stormzy, dopo un’intervista in cui il rapper inglese sparava a zero su Drake, Ed Sheeran e proprio sul suo ex pupillo; ancor più assurdo è il fatto che poche settimane prima lo stesso Stormzy lo avesse omaggiato nel suo disco, con la traccia Wiley Flow.
Non è la prima volta che Wiley non le manda a dire a qualcuno, e non sappiamo se sarà l’ultima. Sappiamo però che, se con Stormzy ora è tutto ok – come dichiarato dallo stesso Wiley al The Guardian -, con gli album potrebbe invece aver finito. L’uscita di “The Godfather 3” (qui sotto in streaming), l’ultimo capitolo della sua celebrata saga, è stata infatti accompagnata con l’annuncio che sarà il suo ultimo disco. Una notizia che ha colpito e sorpreso moltissimi fan del rapper, che negli ultimi anni aveva iniziato finalmente a ricevere il successo internazionale che la sua carriera meritava. Nel 2019 “Boatsy” si era rivelata un anthem dancehall dal successo globale, e tutto lasciava presagire l’uscita di un progetto in grado di portare finalmente il nome di Wiley nelle classifiche, a modo suo, senza compromessi.
Le label però si sono messe di mezzo. “Full Circle”, il disco che avrebbe dovuto sancire la consacrazione commerciale definitiva di Wiley, non ha mai visto la luce. I featuring del livello di Future, Nicki Minaj e Tory Lanez sono rimasti nel cassetto, probabilmente scomparsi per sempre. Wiley però non si è fatto troppi problemi. Ha lasciato la dancehall da parte ed è tornato al suo primo, unico amore, la grime. Quella dura e pura, quella che ha contribuito a plasmare, investendo – letteralmente, tra supporto e ore di studio pagate – nelle generazioni successive, con l’invidiabile record di essere poi riuscito a discutere e interrompere i rapporti con quasi tutti i suoi protetti. Dizzee Rascal, Skepta, Chip, per arrivare poi a Stormzy – ma, almeno qui, pace sembrerebbe essere fatta; eppure Wiley è sempre un’istituzione del genere, e in “The Godfather 3” ha chiamato a raccolta altri nomi, tra voci storiche e nuovi emergenti. Passano gli anni, cambiano i decenni, ma il rapper inglese resta sempre lo stesso. Nel bene e nel male.
22 tracce, tantissime collaborazioni, tantissimo spazio lasciato ad altri: da D Double E a Jammz, da Flirta D a Jon E Clayface, da Scratchy a Big Zuu. L’elenco è davvero lungo, a riprova di quanto Wiley non si faccia problemi a dare una mano a costruire il successo degli altri. Tracce brevi, una pioggia di barre, argomenti più che vari: dall’esercizio di stile alla riflessione, dall’introspezione all’autocelebrazione, mettendo in mostra tutte le sfaccettature di un artista che, a 41 anni, ha detto tantissimo, e lo ha detto sempre bene. C’è la possibilità che non dica più nient’altro? Lui l’ha annunciato, ma abbiamo imparato che non sappiamo mai cosa aspettarci da Wiley. “The Godfather 3” sarà il suo ultimo disco? Speriamo di no, ma nell’eventualità lo sia, ci ha lasciato comunque col botto. Come in “Eskimo Dance”, traccia in cui fa alternare 11 mc al microfono, in soli 3 minuti e 32 secondi. Un concentrato di genio e sregolatezza, proprio come Wiley.