
Se pensate che Manchester sia famosa solo per il calcio, dovrete presto ricredervi.
Qualche mese fa, in un articolo apparso su Red Bull (questo), si parlava di come la drum and bass, che aveva inizialmente ispirato artiste di livello come Kemistry & Storm o DJ Rap, sia diventato un genere praticato quasi esclusivamente da uomini. Dove sono finite le ragazze? Ebbene, a Manchester.
Manchester appare come l’isola felice “super-gender”. Più in generale, sembra che il Regno Unito si stia affermando sempre più come una safe-zone in cui non importa a quale genere tu appartenga, ma la tua voglia di divertirti e far divertire a ritmo di buona musica, alla larga da discriminazioni di stile o di genere. Qualche nome? Nata, pensate un po’, a Manchester, la dj e producer Madam X fonde il genere con influenze dubstep, grime e techno. Questo mese porta la sua musica fino in India con un tour di tre date, dopo una tappa al Nest di Londra insieme a Funster & Hutch per il Chunk party. Se non fosse abbastanza, il suo nome è comparso nella line up di uno dei festival più attesi in Australia, lo Splendour in the Grass, che si terrà il prossimo inverno.
Ma non è l’unica artista e producer a difendere le “quote rosa” made in UK: Djinn, anche lei originaria di Manchester (ça va sans dire), appena diciassettenne suonava nei rave e nei club inglesi, ma nell’ultimo decennio si è esibita in tutto il mondo (Belgio, Spagna, USA, Germania, Turchia sono solo alcune tra le sue tappe) affermandosi, dopo una lunga sperimentazione, con un mix di drum and bass, jungle e dubstep. Negli ultimi anni ha collaborato con label come Foundation X, Repertoire e AKO Beatz, oltre a essersi esibita a Manchester nell’evento drum and bass da lei gestito, che nell’autunno scorso ha festeggiato il suo secondo compleanno, il Formless. Questo mese, inoltre, sarà impegnata in un tour di quattro date in Australia. Nel frattempo, DJ Mag dedica a Djinn il suo appuntamento mensile, “Recognise”. Potete ascoltare il mix Recognise 06 qui.
Queste sono solo due tra le artiste che solcano i palchi più influenti del momento, ma bisogna riconoscere a Red Bull che la lista “al femminile” non sarebbe in realtà troppo lunga. L’ambiente, in effetti, si conferma un po’ maschilista: basti pensare a competizioni come i Drum & Bass Awards o i We Love Jungle Awards che presentano la categoria “Best DJ” e in secondo luogo la “Best Female category”. D’altro canto, DJ Storm, fondatrice di Metalheadz insieme a Goldie e Kemistry, ammette che senza questa sottocategoria femminile sarebbe pressoché impossibile per una donna vincere uno di questi premi. Per non parlare delle difficoltà per le producer donne di affermarsi autonomamente, a causa degli stereotipi che vedono dietro ognuna di queste un ghost writer, una spalla o qualcuno a cui “rubare” materiale. Accade così che una donna abbia bisogno di faticare più dei colleghi uomini per ottenere la possibilità di esibirsi e farsi valere; questo resta inaccettabile, soprattutto se si parla d’arte.
“Penso in fin dei conti che il linguaggio universale sia la musica, perciò non importa a quale genere tu appartenga”, così ha detto Madam X nel video per Global Dancefloor che potete vedere qui sopra.