
Abbiamo intervistato i ragazzi di Beat Machine Records, etichetta indipendente italiana
Arrivata a circa 30 release tra album ed EP della serie Swinging Flavors, la milanese Beat Machine Records sta diventando pian piano un punto di riferimento per la bass music italiana, ma senza limitarsi a certe sonorità. I due ragazzi che la gestiscono, Luca e Alberto, ci hanno parlato della loro particolare visione facendo naturalmente riferimento ai loro lavori e soprattutto al perché, a volte, scelgono di osare così tanto musicalmente, accennando anche alla loro residency su Radio Raheem, con ciliegina sulla torta la classica playlist esclusiva (sotto lo streaming)
Con il vostro lavoro di questi anni come e quanto pensate di aver contribuito all'evoluzione della bass music in Italia? E come giudicate lo stato attuale della scena?
Guardando allo stato attuale della scena bass in Italia credo che il nostro apporto sia stato davvero marginale. Non crediamo esista una scena bass che possa essere definita tale. Noi stessi abbiamo molte difficoltà a selezionare artisti Italiani senza dover rinunciare alla “novità”. Questo, pur trattandosi di una situazione circoscritta alla nostra personale esperienza, dimostra che manca una scena dove gli artisti si influenzano a vicenda dando vita a forme nuove e interessanti. Ovviamente, non mancano “eccezioni alla regola” ed è compito nostro quello di supportare e diffondere queste eccezioni. Anche guardando alle nostre vendite, ai nostri follower, il 90% di questi non è Italiano. Sia chiaro, visti i tempi meglio specificare che non sposiamo il detto “prima gli Italiani”, ma nell’analisi della scena nostrana anche questo fattore ha la sua importanza. Il giudizio sulla scena bass pertanto non può essere positivo. Detto questo, esempi positivi non mancano (e speriamo di essere tra questi :) ) e sta a noi fare network e provare a portare alla luce anche oltralpe ciò che di positivo la scena ha da offrire.
In quasi ogni vostra release cercate di inserire un remix di un producer top level (alcuni esempi: Om Unit, Fixate, Sully, Ipman, Coco Bryce, Danny Scrilla e tanti altri) e, a mio parere, sta diventando una vostra caratteristica peculiare, mettendovi in evidenza rispetto al lavoro di altre etichette, non solo italiane. Viene ripagato questo lavoro di ricerca e, inevitabilmente, di promozione di nomi che molto spesso in Italia non sono conosciuti e che invece grazie a voi vengono man mano scoperti?
Hai ragione, è diventata una caratteristica peculiare che già altri hanno evidenziato. C’è una ragione per la quale quasi tutte le nostre release contengono un remix “famoso”, ed è puramente promozionale. Lavorando con artisti emergenti, ed essendo noi per primi una realtà emergente, poter lavorare su un remix top level ti semplifica una parte del lavoro. Il nostro dovere verso gli artisti che ci affidano le loro release è quello di presentarle nel modo opportuno (ovviamente anche a seconda delle proprie possibilità) e soprattutto alla scena / target appropriato. L’individuazione del remixer diventa quindi fondamentale affinché questo secondo punto si realizzi nel modo migliore e più efficace. La scelta giusta in questo caso muove vendite per quello che riguarda la release e spesso dà l’opportunità di inserire l’artista che ha firmato le tracce originali, nei canali più adatti al suo sound. L’ultimo remixer scelto (Fixate) è stata una mossa molto ben riuscita, ma abbiamo fatto anche alcuni flop… e in questi casi il danno è doppio, perché oltre a non ricevere i risultati sperati, c’è stato anche un investimento non indifferente per una piccola realtà come noi.
Siete forse la prima label italiana a spingere sonorità inusuali qui da noi come footwork e juke, oltre ad altre particolari sfaccettature bass o beats oriented come i dischi di Daykoda, Big Hands, Lynch Kingsley, solo per voler rimanere su esempi italiani - nonostante ampliate il discorso anche a UK, Giappone, Germania, Russia, Spagna, ecc. Immagino siate sempre stati consapevoli dei rischi di questa scelta, ma secondo voi perché nessuno l'ha fatto prima?
Abbiamo un po’ di difficoltà su questa domanda, sia nel metterci nei panni di chi non ha fatto la nostra stessa scelta, sia perché Beat Machine Records non nasce come etichetta focalizzata su dei generi specifici (seppur siamo consapevoli che il campo di azione per ora è quello da te citato). Ad ogni modo, più che parlare di rischi che si corrono lavorando su questi sound in Italia, cercherei la motivazione su quanti appassionati di questi generi ci sono effettivamente in Italia. Credo che il numero esiguo di appassionati limiti di conseguenza anche chi è disposto a investire su queste sonorità. Per quanto riguarda i rischi, infatti, non crediamo che questi siano molto maggiori rispetto a quelli che si correrebbero lavorando su altri sound… ovviamente questo discorso va contestualizzato ai tempi nostri, di internet e della possibilità di ridurre distanze prima incolmabili per piccole etichette discografiche. Non che manchino rischi e difficoltà, anzi, sono all’ordine del giorno. Ma crediamo che le cause vadano individuate in altro più che nei generi musicali.
Avete una residenza mensile su Radio Raheem a Milano: come procede? Avete riscontri positivi? Avete mai pensato a un altro resident show su una radio non italiana o preferite dare questa possibilità solo ai vostri artisti?
È la nostra prima esperienza di residenza radiofonica e per ora ne siamo più che felici. Non tanto per i riscontri in termini di following (niente di eclatante, ma ce lo aspettavamo), ma per quanto riguarda la gestione del radio show. Lo stiamo facendo in modo molto serio e professionale e per ora crediamo di aver realizzato degli show interessanti e integrati, anche attraverso gli special guest, alle attività promozionali che portiamo avanti quotidianamente sulle nostre release. Inoltre siamo grandi appassionati del mondo radiofonico ma soprattutto siamo convinti che sia il mezzo di comunicazione tutt’oggi più intrigante e ancora essenziale alla diffusione di musica e non solo. Per quanto riguarda residenze su radio straniere, questo è stato un punto al quale avevamo approcciato proprio inizialmente ma poi mai portato avanti. Siamo felicissimi di aver scelto Radio Raheem (anche per il discorso precedente di muoversi sul mercato nostrano) e per ora limiteremo le nostre apparizioni su radio straniere a show “one shot” come avverrà nel mese di marzo su Reform Radio (radio di Manchester) con due ore tutte nostre.
C'è un’uscita dell'etichetta che pensate sia stata sottovalutata dal pubblico e/o dagli addetti ai lavori e che volete consigliare di andare a riascoltare?
Il BMR017, “Resentment” di Soreab (con il remix di Lamont). L’uscita ha avuto pochissimo risalto, magari anche per colpa nostra, ma riteniamo Dario (Soreab) un produttore davvero valido e la sua release, tecnicamente molto ben fatta che, pur non avendo “singoli”, si presta per un ascolto senza sosta di tutte le tracce. Certo, non è un sound per tutti, ma pensiamo che meriti un secondo ascolto (o primo per chi se l’è fatta completamente sfuggire).
Ci spoilerate qualche info sulle prossime uscite, così vi imballiamo i pre-order?
Non ci piace spoilerare perché la nostra attività promozionale fa grande leva sull’attesa / sorpresa. Siamo però consapevoli di avere delle release davvero interessanti tra le mani. Release che copriranno una vasta gamma di sound e che vedranno tanto degli artisti new entry in Beat Machine quanto delle vecchie conoscenze come il già citato Soreab che ha preparato delle tracce da hit Billboard :). Ovviamente il tutto sarà condito con collaborazioni e remix top level… insomma, stay tuned!