
Inward è un producer ma anche un artista digitale e, nelle domande che gli abbiamo rivolto, ci siamo concentrati sulla sua arte 3D.
Inward, già parte del trio di producer drum and bass Inward, Hanzo e Randie, è anche un artista 3D. Annibale Siconolfi - questo il suo vero nome - ha origine campane e ultimamente, seguendo i suoi canali social (sia Instagram sia Facebook), ci hanno colpito varie sue opere. Al momento l’arte digitale è la sua principale occupazione e forse alcuni di voi lo avranno notato per l'artwork di copertina di "4 The Ravers", ultimo lavoro di Maztek. Gli abbiamo rivolto qualche domanda per indagare su questa sua doppia natura.
Ti conosciamo soprattutto come producer drum and bass, meno come artista 3D. Con quale delle due passioni hai cominciato e come si incrociano e le fai convivere?
Sin da piccolo ho sempre avuto una forte passione sia per la produzione musicale sia per il disegno/grafica. Sono ambiti che hanno numerosi concetti in comune, come la composizione, la saturazione, il rumore ecc. e proprio per questo motivo mi hanno sempre affascinato. Durante gli studi universitari presso la facoltà di Architettura di Roma Tre, ho avuto modo di approfondire tematiche che hanno segnato il mio percorso creativo e tutt'oggi si rispecchiano nei miei artwork. Attualmente sono molto concentrato sul mio lavoro di 3D artist e da qualche mese ho preso una pausa con la produzione musicale, ma spero di riprendere presto!
Hai realizzato sia artwork di copertina che videoclip musicali? Più per artisti stranieri o italiani?
Ho molti clienti all'estero e da poco ho cominciato a lavorare anche per committenti italiani. I primi artwork mi furono commissionati da un'etichetta drum and bass tedesca, la T3K Recordings. In seguito, ho lavorato per Maztek, Honorable C.Note, Nytrix, Artbat e altri numerosi artisti, emergenti e non. Ultimamente ho realizzato anche delle cover per Bad Taste Recordings. Adesso sono al lavoro su diverse animazioni/video clip per registi, scrittori, art director e diversi musicisti internazionali.
Nei lavori che stai pubblicando in questi mesi su Instagram e Facebook rappresenti spesso la città del futuro (come nel disegno qui sopra): da cosa prendi ispirazione? Da certe scenografie cinematografiche, da certa architettura contemporanea, da letture, dalla musica elettronica o da cos’altro?
Le mie fonti di ispirazione sono davvero tante. Diciamo che il mio lavoro è il frutto di diversi studi ed esperienze che possono partire dallo studio dell'architettura e delle proporzioni alla lettura di autori come Philip K Dick, famoso per racconti come "Ubik" o "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?" da cui è stato tratto uno dei capolavori della cinematografia, "Blade Runner", e dal quale riprendo determinate atmosfere in alcuni dei miei artwork. Ringrazio il mio amico Maurizio "DieMauer" per avermelo fatto conoscere e apprezzare un po' di anni fa. Ovviamente anche la musica gioca un ruolo fondamentale nel mio processo creativo, quando sono al lavoro non può mancare come sottofondo. Ultimamente mi ispirano molto artisti come Lorn e Amon Tobin.
Ci dici quali sono le tre copertine di album musicali (a prescindere da genere ed epoca) che per te sono un punto di riferimento e perché?
Ce ne sono davvero tante ma dovendo sceglierne tre direi innanzitutto “Wish You Were Here” dei Pink Floyd, realizzata dallo studio Hipgnosis. Si tratta di un'immagine apparentemente molto semplice come la stretta di mano tra i due personaggi raffigurati, in realtà ha un senso molto profondo proprio come il disco, e le fiamme che avvolgono uno dei due rappresentano un elemento di riflessione per chi la osserva. Al secondo posto ci metto la cover “10000 Days” dei Tool a opera di Alex Grey. La presenza delle lenti sul disco preannuncia la grandiosità del packaging. Credo di aver passato una buona mezz'ora a osservare gli spettacolari stereogrammi la prima volta che mi capitò di metterci su le mani. Questo è sicuramente uno dei casi che ti fa capire come la rappresentazione grafica debba avere la stessa cura con cui è stato registrato un disco e qui siamo al top. Infine, direi la cover art di “Purpose EP” dei Noisia, realizzata da uno dei tre componenti, Nik, in collaborazione con Komatech. Caratterizzato dallo stile sci-fi, l'ho scelto per il fatto che è stato realizzato da uno dei miei sound designer preferiti e questo può in un certo senso testimoniare il fatto che suoni e immagini hanno in comune numerosi aspetti. Credo infatti che per un produttore di musica non sia molto difficile comprendere la composizione grafica, in quanto da un certo punto di vista si viaggia sugli stessi binari.
E qual è un musicista con cui ti piacerebbe collaborare da artista 3D per curargli l’immaginario grafico?
Ecco, appunto, sicuramente i due che citavo prima, Amon Tobin o Lorn, ma il bello di questo mestiere è il doversi adattare in base al cliente.
Per finire, a livello di produzione musicale su cosa stai o state lavorando ora?
Attualmente è Valerio (Hanzo) a portare avanti costantemente il progetto IHR, e sta lavorando a diverse produzioni e collaborazioni con artisti di punta della scena drum and bass.