
Non è la prima volta che intervistiamo ArpXp (vedi qui). Questa volta parliamo del suo nuovo EP, "Somewhere Else", fresco di uscita per l'etichetta del Sun And Bass.
È appena uscito, per Sun and Bass Recordings, "Somewhere Else EP", il nuovo lavoro di ArpXp, Dj e producer sardo protagonista della scena drum and bass / jungle dai primi anni duemila. Dopo aver inciso per le inglesi Metalheadz, V Recordings e Critical, ora pubblica queste nuove quattro tracce per l’etichetta del festival sardo di cui proprio lui è una delle anime. In parallelo alla sua attività musicale, ArpXp si dedica al graphic design, non solo in ambito musicale, e nella nostra intervista ci parla anche di questo.
Partiamo dai featuring: avresti voglia di raccontarne la genesi, uno per uno
Tutti i brani nascono da diversi input creativi, alcuni ragionati, studiati, altri totalmente casuali! Io e HLZ siamo amici da quasi 20 anni. Ci incontrammo a Milano in Pergola (luogo culto per la scena underground italiana) durante una delle serate in cui suonavo per drumnbass.it (uno dei primi portali italiani dedicati al genere). L’idea di una collaborazione è nata molto tempo dopo, poi concretizzatasi in un EP per Metalheadz, uscito qualche anno fa. Il brano nasce un po’ per caso: ho buttato giù una bozza distante dal mio solito stile, l’ho inviata a Emilio (HLZ) sapendo che nel suo arsenale di synth analogici avrebbe trovato l’arma giusta per completarla. E così è stato. Robert Manos è un’icona, una delle voci più rappresentative della scena fin dagli anni ‘90; poterlo avere tra i featuring del mio EP è un onore. La collaborazione con Was A Be e Kiril invece si è sviluppata nel tempo, ci sono almeno sei o sette versioni dello stesso brano. Alla fine abbiamo scelto quella più assurda, anacronistica (il titolo lo sottolinea) e allo stesso tempo, più adatta per il dancefloor.
Il pezzo con Visionobi (qui sotto lo streaming, ndr), invece, rimanda un po' a certe atmosfere dell'elettronica anni '80 (un po' robotica, un po' distopica). C'era un'ispirazione precisa?
L’idea di partenza era proprio quella di inseguire un immaginario da film anni ’80; mi dicono “Stranger Things”, ma io, da quarantenne ormai, ricordo ben altri film! L’idea di svilupparla con Visionobi, protagonista dei dancefloor nei maggiori party UK come MC, è nata sul “campo”: negli anni è capitato che facessimo dei live insieme, e ho notato la sua incredibile capacità nell’incastrare le sue metriche, in freestyle, anche su groove tiratissimi. Il brano, con le sequenze di arpeggiatori, percussioni e break è fatto apposta per mettere alla prova questo suo talento.
Il titolo dell'EP da dove nasce?
Spesso vengo associato a un determinato stile musicale, per alcuni “liquid”, per altri “atmospheric” o “deep”. Odio le etichette, ragion per cui, in questo progetto, ho cercato di spostarmi da qualche altra parte, “Somewhere Else”, per darmi la libertà senza impormi nessun tipo di suono che potesse in qualche modo portarmi lontano da ciò che il mio pubblico si aspetta. Spero di aver raggiunto l’obbiettivo.
Il Sun And Bass è un festival ormai affermato ma cosa puoi dirci dell'etichetta, a che livello è arrivata e cosa significa per te pubblicare per Sun And Bass Recordings?
Sunandbass è la mia casa: sono cresciuto artisticamente in un contesto privilegiato. Poter avere un festival del genere a due ore d’auto da casa significa vivere a stretto contatto con un contesto che potrei affiancare solo a Londra. Ho avuto modo di confrontarmi con tutti i più grandi artisti della scena e crescere insieme a lavoro, imparando, umilmente, i segreti di come si lavora. L’etichetta ora è diventata una degna rappresentante dell’idea stessa del festival: eterogeneo, mai banale, e sempre pronta a proporre delle novità, senza focalizzarsi in un determinato genere, puntando solo alla qualità della musica e mai al nome dell’artista o alla fruibilità commerciale.
Le grafiche sono tue anche in questo caso o per i tuoi lavori preferisci lasciare il compito ad altri?
Nella vita di tutti i giorni sono un graphic designer, nel mio portfolio molti lavori sono legati alla musica, sia in ambito drum’n’bass (Metalheadz) sia nei lavori per artisti come Salmo o per i recenti eventi della RedBull o quelli non strettamente legati alla musica ma da essa fortemente ispirati come quelli per Doomsday Society. Fatte queste premesse, il mio apporto come creativo all’interno del Festival è stato un lungo processo durato negli anni. Il festival partiva già da una sua identità visiva, che a un certo punto ha necessitato di un refresh. Il mio ruolo è quindi passato dalla sola parte musicale a quella visuale, trovando spazio per tradurre anche per segni grafici il mio immaginario estetico di una terra che ben conosco! Il lavoro sulla label è stato più lineare: il progetto è semplice, slegato completamente da quello del festival. Questo mi permette di dare una continuità anche estetica alle uscite, il cui progetto creativo è decisamente più minimale rispetto all’immagine del festival. E tutti gli artwork della label sono miei, compreso questo.
Per finire, sempre a proposito di Sun And Bass, come sarà la prossima edizione in programma dal 7 al 14 settembre? Anche se non puoi anticipare i nomi, hai voglia di descriverci come te la immagini?
Il bello del festival è racchiuso anche nel suo claim, che lo spiega bene: the best kept secret... Posso dirtvi che, per 8 giorni, da ormai 16 anni, tantissimi appassionati raggiungono la Sardegna in una sorta di pellegrinaggio, spinti da una passione comune. Con il tempo è ormai diventato un punto di incontro, una specie di convention: sono presenti i rappresentati di tutte le label più importanti, di tutti i party, da ogni parte del mondo. Ci si diverte insieme e si scambiano esperienze, progetti, idee che poi si sviluppano qua e là sparsi per un mondo in questo caso, apparentemente, senza evidenti confini.