
Neve è producer, Dj e A+R di The Dreamers Recordings, etichetta di Torino che sta facendo molto parlare di sé, soprattutto all’estero e in particolare in Inghilterra. Lo scorso giugno, un suo Dj set ha aperto il primo round di Hellmuzik al Red Bull Culture Clash. Oggi esce un suo nuovo lavoro, "The Message EP" e, per l’occasione, lo abbiamo intervistato. Le foto sono di Roberto Graziano Moro.
Partiamo dal titolo del tuo EP, che per chi fa musica per lo più strumentale, è sempre una scelta importante. Lo hai chiamato "The Message EP": cosa vuoi comunicare? Qual è il tuo messaggio?
Ciao Hellmuzik, è un piacere essere intervistato da voi, la vostra presenza è un’ottima news nel panorama delle piattaforme italiane per il supporto della bass music. E sono molto felice di poter dare il mio contributo. Ho iniziato a suonare la chitarra e a comporre brani in band locali a 16 anni e mi sono immerso nella produzione di musica elettronica a 22. Ora ne ho 33 e continuo a fare ciò che più amo. Questo percorso musicale, ultimamente, mi ha portato a ragionare su cosa è la musica, su cosa succede alle persone quando la assorbono, ma soprattutto su cosa voglio lasciare su questa terra durante la mia permanenza. La musica è uno dei principali mezzi di comunicazione, certe frequenze possono stimolare punti energetici dell’uomo e altre frequenze non udibili possono essere usate per comunicare con altri esseri, tipo gli animali. The Message è il mio piccolo tentativo di lanciare il messaggio giusto a questo mondo, in tutte le sue sfumature: 4 brani diversi, dal morbido al duro, dal melodico e armonizzato all’uso di poche note. Ognuno è libero di assorbire la musica che più si allinea al proprio modo di essere, ma io con la mia ho bisogno di aiutare la terra con dell’energia positiva, a tratti dura e decisa, pur sempre positiva nelle ambientazioni e nelle armonizzazioni. Lo faccio anche un po’ per me: stare tanto al computer per produrre musica mi porta costantemente alla ricerca di vibrazioni positive per la mia mente e per il mio corpo. PS: tutto questo discorso si riflette sulle mie produzioni ma come DJ DnB metto tutto, senza limiti di sottogenere, in base alla situazione metto a disposizione la mia esperienza di oltre 10 anni in consolle. Perché la festa la fanno i junglist e il DJ deve solo farli felici (sorride, ndr). Ecco perché mi troverete spesso a chiudere le serate: è il momento giusto per mettere i brani che preferisco (oltre ai miei), e mandare tutti a casa con il sorriso e le vibrazioni positive addosso. È una cosa molto importante!
Quattro brani con altrettanti stili diversi: per chi non li ha ancora sentiti, come li definiresti a parole?
Inizialmente doveva essere un LP con almeno 8 tracce, ma all’ultimo ho deciso di tenere solo queste 4 + un free download. Fare un LP è davvero una cosa grande e importante per un artista, e non sono ancora pronto. Queste tracce sono nate dopo la richiesta di Hospital di nuova musica da parte mia. Sono rimasti molto entusiasti, ma per ora non c’è nessuna conferma. Le 4 tracce sono diverse fra di loro: su The Dreamers Rec. amo far uscire release complete, che ti invogliano a comprare tutto, con canzoni per ogni situazione, dall’apertura serata fino alla chiusura passando per i momenti dancefloor. Ecco, con questo EP mi sento di dire che c’è una canzone per ogni momento, ma sono tutte unite dallo stesso colore armonico e melodico che mi contraddistingue.
Ultimamente si parla sempre di più degli anni ’90 e della sua musica. Nel tuo suono ci sono dei rimandi a quel decennio: puoi spiegarci in quale modo ha influito su di te, che fai parte di un’altra generazione?
Sono nato nel 1984 ed effettivamente ero un adolescente nella seconda parte degli anni ‘90. Fortunatamente ho condiviso la mia camera con mio fratello più grande, appassionato di musica, che fin da quando ero molto piccolo mi ha fatto ascoltare la sua musica, dal rock alla dance. Mi sono innamorato della musica dance anni ‘90 da piccolo, me la ballavo in camera e aiutavo mio fratello a entrare in casa di nascosto la notte dopo essere stato in disco (ride, ndr). Purtroppo la dance anni ‘90 che girava in Italia non era propriamente quella della scena rave UK, era un po’ più “italo” o “euro”, ma appena ho potuto, all’inizio del 2000, ho iniziato a cercare roba diversa, entrando sempre più nell’underground. Ricordo benissimo il primo cd che ho comprato a 18 anni a Canterbury in viaggio scolastico (questo: https://www.discogs.com/Various-Drum-And-Bass-The-Collection/release/280602): la sensazione di aver trovato quello che cerchi! Sono rimasto completamente folgorato da questo cd dvd. Tutto il giorno, tutti i giorni nel lettore. Ho continuato nel tempo a mantenere questa mia passione per il sound 90’s e ora il mio studio ha solo sintetizzatori di quegli anni (a parte eccezioni anni ‘80), non amo usare samplepack ma creare suoni originali partendo da questi synth.
Pensi che essere anche artista agevoli in qualche modo il tuo lavoro di A+R per l’etichetta che hai fondato?
La differenza è proprio questa ed è fondamentale: la label è stata fondata principalmente per colmare delle lacune a livello strutturali per i produttori DnB in Italia, e ce ne sono ancora! Mi sono accorto di cosa serviva e di come bisognava lavorare solo perché sono un artista come tutti gli altri, subendo le stesse problematiche di tutti i producer. Ho un bel rapporto di stima e costante crescita con molti artisti e semplicemente mi sono ritrovato con molta musica molto valida mia e di miei amici… che però trovava difficoltà a essere notata o spinta nella maniera adeguata. Ecco perché abbiamo il supporto di molte label importanti come Hospital, Critical, Shogun (per citarne alcune): a parte la musica buona del catalogo, dipende dal fatto che supportano il lavoro che stiamo facendo per la nostra Italia. Loro lavorano sugli artisti sul loro territorio e quello che mi han spiegato è che noi dobbiamo continuare a fare lo stesso sul nostro. Invece di lamentarsi e continuare a sperare di essere pescati da qualche struttura estera, che è una cosa molto rara! Da parte loro è molto più apprezzato che ci si costruisca la propria casa dove lavorare e crescere gli artisti del territorio e si collabori a cascata con tutto quello che viene dopo, compresi i party. Non pensavamo di andare così bene, di essere supportati così in alto, di ricevere così tanti complimenti e di andare in finale ai DnB Arena Awards l’anno scorso. Davvero, va tutto oltre il nostro immaginario, e per questo devo ringraziare la mia crew The Dreamers ma soprattutto i produttori che, con la loro passione trasmessa attraverso la musica, hanno reso l’Italia più grande di prima. Quindi rimbocchiamoci le maniche, che lavoro ce n’è tanto, musica bella pure, party anche: basta, smetterla di lamentarsi! Perché la nightlife nella osannata Londra attualmente non è proprio il massimo (costi dei drink, perquisizioni all’ingresso che neanche in aeroporto, controllo totale anche sugli impianti audio ecc. ecc.). Da noi c’è ancora quel senso di libertà che ci stanno invidiando molto! Da organizzatore di eventi so benissimo che è davvero dura a livello monetario ma sinceramente i soldi non hanno più valore di fronte a una passione vera: con o senza soldi continuiamo a fare ciò che amiamo. Ora è il momento di investire!
Nonostante i grandi consensi che sta ricevendo The Dreamers, soprattutto a livello internazionale, c’è qualche uscita dell’etichetta che, secondo te, è stata ingiustamente sottovalutata?
Io direi proprio di no! Ci piace alternare release rolling a release più halfstep o footwork (riflettendo il sound dei nostri party torinesi) e ogni sottogenere ha il suo mercato. Rolling e neuro vendono di più soprattutto sugli store, invece musica più footwrok e juke vende molto bene su bandcamp (che io reputo il vero underground della musica elettronica oggigiorno). Ogni release è arrivata ai DJ giusti principalmente tramite l’ottimo lavoro del nostro distributore Cygnus Music e anche grazie al nostro lavoro di promo e di contatti fatti in 13 anni di organizzazione di eventi con ospiti. Moltissimi DJ DnB sono passati da Torino e, dopo un gradevole weekend, sono tutti concordi sul supportarci: perché lo stile a Torino è vero e dettato dalla passione verso la musica. E si sente!
Quali saranno le prossime mosse dell’etichetta? Puoi anticiparci qualcosa?
Con l’inizio di febbraio faremo uscire una grossa compilation (almeno 15 tracce), dal sound roll-dark, che si chiamerà Nightmare Vol.1. Moltissimi artisti italiani e anche qualcuno dall’estero. Stiamo ricevendo molte demo submission, quindi sicuramente vedremo qualche artista nuovo a bordo ma principalmente continueremo a lavorare con il nostro core artist: Neve, Kiril, Was a be, Synth Ethics, Lynch Kingsley, Treega, Frame. Dal 2018 si comincerà a spingere sempre di più il Dreamers Showcase degli artisti della label fuori dall’Italia.
Ultima domanda: hai vinto il Red Bull Culture Clash con Hellmuzik, facendo un set di pura drum and bass nel primo round. Pensi che la vittoria possa aver avvicinato a questo ritmo anche qualcuno di quel pubblico misto?
È stata un’esperienza elettrizzante, forse una delle emozioni più grandi della mia vita e ringrazio di cuore Hellmuzik per avermi voluto nel team! Credo che ormai la musica e i giovani sappiano cosa è la DnB perché ha raggiunto un diffusione molto ampia ed è anche attraverso i videogiochi e le pubblicità che è entrata nelle corde di tutti. Poi sì, ci sono i gusti, ma non è più come un po’ di anni fa che sembrava una cosa “per pochi”. Questo grazie a tutti i DJ e le generazioni di DJ precedenti alle nostre, che ringrazio a cuore aperto per aver cominciato quello che stiamo portando avanti e che continueranno quelli dopo di noi!