Leonard P, fiorentino, da pochi mesi ha ideato un’etichetta insieme ai suoi soci della Numa Crew e a Dj Foster: Grimeit. L'esordio del marchio è avvenuto circa sei mesi fa con l'uscita del disco di Ninjaz MC, "Showgun". Nessun approccio purista: il grime è solo la base di partenza perché i tipi di Grimeit hanno intenzione di sconfinare anche verso dei ritmi parenti dello stile nato a Londra, come ci ha detto Leonard P in questa intervista.
Prima di parlare dell’idea dietro Grimeit, ci racconti il tuo background musicale?
Nella mia famiglia si è sempre ascoltato tanto jazz e musica classica, anche se, ai tempi del liceo, ero un grande fan di punk-rock, hardcore e derivati. Sempre al liceo ho iniziato ad ascoltare reggae, dub, hip hop e tanta musica elettronica, IDM e post-rock fino ad arrivare alla musica underground inglese passando dalla jungle per prima fino alla dubstep e il grime. Non sto a elencare tutti gli stili che mi hanno influenzato perché rischierei di non finire mai…
Se il grime a livello internazionale è ormai venuto alla ribalta da una quindicina d’anni, in Italia non ha mai realmente sfondato. Come vi è venuta, allora, l’idea di fondare un’etichetta dedicata a questo genere così inglese? Siete votati all’underground o vedete la luce in fondo al tunnel?
L’idea di Grimeit è venuta fuori dalla voglia di suonare e produrre musica che fondamentalmente ci piace. È indubbio che la nostra vocazione sia l’underground ma vedo la luce in fondo al tunnel dal momento che si tratta di qualcosa che ci appassiona e unisce. L’Italia è sempre stata, rispetto ai paesi del nord Europa, un po’ più ostile ai movimenti musicali underground inglesi, ma in piccola parte ha sempre saputo rispondere tempestivamente all’ arrivo di nuove influenze, come ad esempio l’esperienza Numa agli inizi della prima ondata dubstep, fino ai giorni d’oggi con una nuova potentissima scuola di giovani produttori DNB italiani.
Non avete timore che il grime resti sempre e comunque un genere che funzioni al meglio quando i suoi suoni si legano all’accento inglese, specialmente di Londra e dintorni?
Non penso ci sia da aver timore che il grime non possa funzionare al di fuori dell’inglese, o almeno, non vedo questo come un problema possibile ma sicuramente una sfida interessante. La riprova che dimostra il contrario sono, per esempio, artisti come Smack in Repubblica Ceca (in ceco) o il nostro Yodaman (in napoletano) che riescono a far ‘suonare’ grime la propria lingua o il proprio dialetto. Ci siamo sicuramente abituati da sempre a sentir quella cadenza londinese, o in molti casi il patois giamaicano, su quel tipo di beat che fa sì che ci possa sembrar strano ma, appunto, non lo vedo come un ostacolo, anzi, è una sfida linguistica notevole che può portare sempre più su un genere come il grime. Esibendoci in Inghilterra con Numa Crew ci è capitato spesso di suonare con grandi nomi della scena grime come Riko Dan, Killa P, Flirta D o dj come Marcus Nasty (gente che ha creato questo genere) per esempio, che si sono appassionati e presi molto bene a sentir cantare in italiano su una musica che sentono da sempre loro.
Quali artisti grime inglesi e magari anche non inglesi vi sembra stiano producendo le cose più interessanti, ultimamente?
C’è tanta carne al fuoco ultimamente nel panorama grime. In quanto a MC, tra i miei preferiti di sempre rimangono il godfather Wiley, D Double E & Footsie, BBK. Poi ci sono quei pazzi di Manchester di Levelz e altri veterani come Killa P, Irah, Flowdan, Riko Dan, Jamakabi. Al momento, personaggi nuovi della scena da seguire penso siano YGG, Capo Lee, Long Range, Ocean Wisdom. Tra i produttori, invece, rimangono tra i miei preferiti di sempre i bristoliani di Bandulu Records (Kahn & Neek, Boofy & Hi5ghost) ma anche Sukh Knight, Spooky, Trends & Boylan, Lewi B, Mystry, Sorrow, Muttley, Jammz, Soloman.
E quali sono i vostri artisti in roster?
Il nocciolo duro di Grimeit è composto dagli MC: Ninjaz MC di Numa Crew, Ganji-Killah e Yodaman.
Come vi muoverete: pensate di concentrarvi di più sulla produzione di singoli o puntate a pubblicare anche degli album?
Ci stiamo concentrando prevalentemente su dei singoli da far uscire nei prossimi mesi e dei freestyle in presa diretta in puro stile ‘grimeit’ sul nostro canale YouTube.
E quanto pensate di deviare dal grime? Nel senso: Grimeit ha uno spirito purista o è aperta a contaminazioni e interazioni con altri generi?
Il grime è indubbiamente la base a cui si ispira il mood della label, ma non per forza si deve trattare esclusivamente di questo genere. Abbiamo (come nel disco “Showgun” di Ninjaz MC) e faremo uscire tracce con BPM e stili diversi, che sia UKG, jungle o UK bass.