
Showgun (Grimeit), in uscita il 7 dicembre, è l’album di esordio di Ninjaz, MC della Numa Crew, collettivo toscano che rappresenta al meglio la via italiana alla bass music e che ha appena fondato Grimeit, etichetta dedicata proprio a questi suoni. L’artista fiorentino in questo disco passa da un approccio grime a un rap più classico e sullo sfondo ci sono vari rimandi proprio a vari stili della bass music. Con lui abbiamo parlato di tutte le influenze e ispirazioni sonore di Showgun.
Un disco pieno di influenze urban inglesi ma interamente prodotto nella provincia italiana: come e da dove nasce questo “ponte” tra Londra e Firenze?
Da sempre Numa Crew ha seguito, adottato e suonato stili provenienti dall’Inghilterra. Personalmente mi sono da sempre impegnato nello studio e nella ricerca metrica di generi quali il grime, la jungle e lo UK garage. Questo ponte tra Londra e Firenze è sempre stato determinante per tutta la crew. Dal giorno uno i miei dj e io abbiamo intrapreso una sorta di pellegrinaggio a Londra, anche solo per comprare vinili dubstep e drum and bass o per andare a sentire qualche serata con i bassi degli impianti inglesi. Questa connessione con la scena britannica si è sempre riflettuta molto sul nostro gusto e sul nostro modo di fare musica. Ho sempre guardato a modelli di mc inglesi come P Money, Tempa T o la Roll Deep, come esempi sia di stile che di show.
Ma Inghilterra a parte, c’è un altro Paese che secondo te sta dicendo la sua sulla bass music e tutti i suoi stili?
La bass music, nel senso ampio del termine, è un genere internazionale proprio perché si basa su generi provenienti da varie parti del mondo: non penso si possa parlare di Paesi ma piuttosto di persone e di luoghi in cui sono possibili contaminazioni musicali. L’Inghilterra è già da tempo abituata a questo genere di ricerca musicale con una connessione diretta con la Giamaica che generò la jungle e la dubstep, per esempio. Parigi, in egual modo, questo canale lo ha con l’Africa, da qui la genesi di generi come l’Afro-trap. Ma oggi tutti i confini sono saltati grazie a internet e i buoni produttori possono nascere ovunque. Poi entra in gioco la questione culturale, con le buone produzioni che vengono supportate da un buon mercato musicale: in questo l’Inghilterra è maestra.
Da dodici anni fai l’MC nella Numa Crew, appunto, che hai fondato insieme a i tuoi soci: quanto si sente l’esperienza fatta dal vivo in questo tuo esordio?
Con Numa, in effetti, abbiamo girato molti palchi europei, non solo capitali come Londra, Berlino e Parigi, nelle quali abbiamo suonato più volte negli anni, ma anche paesi come Spagna, Austria, Norvegia, Olanda e Repubblica Ceca. Con un occhio di riguardo all’est, penso a paesi come Polonia, Romania e Croazia, coi quali siamo saldamente connessi da tempo. Ogni volta che conosci dj e mc anche molto diversi da te, impari e insegni sempre qualcosa. Il nostro live è un dj set che tocca vari generi, come fosse un riassunto di tutte queste esperienze. Questa attitudine penso che sì rifletta molto nell’ album.
Oltre ai vari rimandi a grime e bass music, qua e là c’è anche un tocco di rap classico: qual è il tuo rapporto con l’hip hop?
L’hip hop, come musica e come cultura, è per me un amore che non potrà morire mai. Comunque vengo da lì: dal writing, dalle “quattro forme”, dal segno di rispetto, eccetera. Il classico, insomma. Tutta questa cultura mi ha dato molto: in primis un approccio diverso alla vita, un passatempo che è diventato una passione, che è diventata una professione. In secondo luogo l’hip hop, inteso come scena, mi ha permesso di conoscere tutte le persone con cui ancora oggi collaboro. Penso che questa cultura sia un’ottima scuola di vita per tutti i ragazzi: ti forma a pieno nello spirito e nel fisico, ed è, per come la vedo io, una forma di espressione creativa e positiva.
Trovi che ci siano più differenze o più punti in comune tra il pubblico dell’hip hop e quello della bass music?
Assolutamente più punti in comune. Almeno per quanto riguarda la mia esperienza, tutte le persone “bass fanatic” che conosco seguono anche l’hip hop e i suoi ultimi derivati come la trap. Penso che valga anche il contrario. I due generi sono connessi da molti aspetti, e a volte si mescolano pure.
Tornando al live, come funzionerà il tuo? Chi porterai sul palco con te?
Sul palco con me ci saranno i miei soci di sempre: il live sarà a metà tra uno showcase hip hop e un dj set, sull’onda lunga di quello che abbiamo sempre fatto fino ad adesso con Numa. Cambierà principalmente il fulcro dello spettacolo, se prima al centro c’era la selecta del dj, con la mia voce a fare da accompagnamento, ora sarà viceversa.
Qui di seguito una playlist con artisti che Ninjaz ha conosciuto personalmente o con cui ha collaborato in tutti questi anni con Numa.
Macro Marco & Don Diegoh - "XL"
Chinese Man - "Miss Chang"
Big red - "Mc"
Chimpo - "Out and Bad"
Numa Crew & Mc Kwality - "Control"
P Money - "Gunfingers"
General Levy - "Champagne Body"
Dub Fx, Numa Crew - "Bass Hater"
Congo Natty - "Uk All Stars"
Asian Dub Foundation - "Flyover"