Un vero appassionato dei Noisia commenta, non senza emozione, il recente annuncio della fine di un’esperienza fondamentale per la scena drum and bass.
In genere è venerdì 17 a portare sfiga ma nel mondo della drum and bass questa volta è bastato che cascasse di martedì. Sì, martedì scorso, 17 settembre 2019, per l’intera scena drum and bass è accaduto l’inspiegabile: tutto ci si può aspettare da una tiepida giornata di settembre tranne che l’annuncio ufficiale dello scioglimento dei Noisia. A una prima lettura, le righe scritte dagli stessi Nik, Martijn e Thijs per annunciare il proprio scioglimento sono sembrate una presa in giro, perché spesso, in passato, i tre hanno giocato con il pubblico, dimostrando di non prendersi troppo sul serio. Ma questa volta no: leggendo con attenzione punto per punto si percepisce la serietà di quelle parole e sono inevitabili il senso di malinconia e disorientamento davanti alle memorie che i tre “alieni” suscitano grazie alla loro musica.
Difficile dire cosa aspettarsi dal futuro di questi tre artisti che, chiaramente, hanno dichiarato di voler seguire strade diverse per non rendere i Noisia, progetto nato 20 anni fa, un mero compromesso per la propria espressività artistica. Parole forti e ben pensate per chiarire alle centinaia di migliaia di appassionati le proprie volontà riguardo a un progetto cardine per l’intera scena drum and bass. Una decisione difficile da prendere e tanto più da comunicare a chi sotto sotto è sempre stato curioso di ascoltare ciò che nessun altro riusciva a fare. Il gruppo ha deciso di rendere pubblica la propria decisione anticipando di un anno l’effettiva realizzazione, forse per evitare che un ventennio di lavoro non morisse in un semplice comunicato stampa. Quale allora il modo migliore di condividere con il proprio pubblico quelle vibrazioni che per due decadi hanno segnato sia la carriera di tre persone che di un’intera generazione di junglist? Sancire il tramonto di un lungo catalogo di ritmiche incessanti, atmosfere eteree, bassi aggressivi e caldi come i cornetti la mattina presto al porto è forse il livello più difficile da completare dell’intero gioco e anche questa volta i Noisia si sono messi a giocare con stile creando le aspettative giuste. Il conto alla rovescia è cominciato: di occasioni per poter godere ancora una volta della loro potenza e genialità musicale nell’arco di un anno ci saranno grazie alla decisione del gruppo di indire un ultimo tour e pubblicare le uscite che segneranno i capitoli finali del racconto di un approccio musicale che ha contribuito a scrivere la storia di un intero genere fino a oggi. Quest’ultimo punto non ha lasciato a bocca asciutta chi, davanti all’annuncio del tour d’addio, ha avuto il coraggio di parlare di una manovra mediatica tesa al mero guadagno (tra l’altro: ci libereremo mai dal giudicare “strano” che, chi lavora davvero nella musica, possa guadagnare dei soldi dal proprio operato?).
Forse bisognerebbe lasciare da parte certe considerazioni e piuttosto chiudere gli occhi, dopo aver acceso uno dei propri lettori musicali, per ascoltare in silenzio la traccia che più risveglia in noi un’emozione, un ricordo, un’immagine legata alla musica e all’energia dei Noisia… dei dati se ne occupino gli statistici. Pensiamo alla musica, pensiamo a ciò che la musica ci trasmette, a quanto questo tramonto susciti in noi un sacco di emozioni contrastanti e riflessioni riguardo a ciò che a nessuno è dato sapere ma solo vivere: il futuro. La musica è come la vita: piena di pause, silenzi, intervalli e crescendo. La musica è sorpresa e loro ce ne hanno fatta un’altra, l’ultima che ci saremmo potuti aspettare, la migliore, forse, sia per loro che per chiunque altro si impegni a portare avanti una cultura, una famiglia alla quale Nik, Martijn e Thijs apparterranno per sempre, la drum and bass. Abbiamo divorato ogni secondo delle loro vibrazioni, abbiamo saputo distinguere le loro tracce in mezzo a centinaia di dj set sorridendone all’unisono una volta svelata l’identità degli autori di ciò che stavamo ballando, abbiamo saputo amare i Noisia. È il momento di assimilare questo amore per la loro musica, è il momento di ricordare che quell’amore siamo anche noi stessi, lì, davanti a una cassa a scatenarci senza freni, sudare, sorridere, abbracciarci, volare leggeri sul dancefloor, pogare con i gomiti alti, urlare, chiudere gli occhi, collegarci con tutto quello che non si vede ma si percepisce: la musica.
Ancora una volta gli “alieni” ci stanno facendo provare qualcosa, stanno riuscendo a smuovere in noi una reazione razionale o istintiva che sia, ci stanno facendo percepire la loro energia. Le percezioni che ogni essere umano ha del mondo esterno sono quelle che creano la nostra memoria. Ognuno di noi ha memoria di ciò che ha vissuto ascoltando e ballando i Noisia davanti a un sound system grazie all’energia che in quel momento ha sentito sulla pelle. Saper percepire ciò che ci viene comunicato dall’esterno non è facile, saperlo esprimere come loro invece, è qualcosa di unico. Noisia è arte e per chi ama la drum and bass, è qualcosa di più. Lunga vita ai Noisia.
Grazie di tutto.