"Be Up A Hello" è il nuovo disco di Squarepusher, uscito da pochi giorni e anticipato da un video notevole.
Venerdì scorso, 31 gennaio, è uscito per Warp (in digitale, cd e vinile) il quindicesimo album a firma Squarepusher, a distanza di cinque anni dal precedente (“Damogen Furies”). Il titolo del disco è “Be Up A Hello” e, come annunciato un mese e mezzo prima, il producer inglese è tornato a usare le stesse macchine analogiche che producono quei suoni con cui si era fatto notare in tutt’altro periodo storico, a metà anni 90. Molti identificano quella fase con la sua versione schizzata della drum and bass, chiamata anche drill ‘n’ bass, sottogenere in cui si fa rientrare pure qualche traccia di Aphex Twin prodotta negli stessi anni. Più o meno anche oggi siamo in questo ambiente, con ritmiche jazzate impazzite come i suoni sintetici anni 80 e 90 che le circondano, continue evoluzioni furiose ed esplosioni di beat, a parte “Detroit People Mover” e la traccia di chiusura “80 Ondula”, due pezzi ambient ideali per musicare film di fantascienza di qualche decennio fa, meglio se le scene madri o comunque di tensione. Ecco, guardando il video di “Terminal Slam” (qui sopra), uscito due giorni prima del lancio del disco, girato a Tokyo (tra Shibuya ed Ebisu, in particolare) e diretto da un collaboratore storico di Squarepusher, il giapponese Daito Manabe, ci si cala in una realtà aumentata con architetture tempestate di dati che portano la protagonista in un altro mondo, uno scenario che sembra una congiunzione tra un videogioco psichedelico e un film di fantascienza distopico. Dunque, se è probabile che il suono del disco risvegli vari ricordi nei quarantenni (i ventenni, o quasi, di metà anni 90), un video simile, che costituisce un immaginario perfetto per l’estetica sonora di queste 9 tracce, ci riporta prepontemente alla contemporaneità e anche un po’ più in là.